PINI, UNA VITA IN GIALLOBLU
PINI, UNA VITA IN GIALLOBLU
di Claudio Petricca
Una vita con i colori gialloblu tatuati addosso, appena ventidue anni, ma è il veterano di questa nuova Viterbese. Roberto Pini, classe 1997, da Grosseto, è arrivato nel cal- cio professionistico quando era poco più che un ragazzino ed ora cresciuto ed è diventato uomo. Quinta stagione in gialloblu, tolta la breve parentesi di Arzachena: “Sono in- namorato di questi colori, poco ma sicuro, ho condiviso tanto, sono sempre stato bene, accettato dalla città, i tifo- si mi hanno sempre accolto a braccia aperte, sono molto contento di stare a Viterbo. Lo scorso anno sono andato ad Arzachena, volevo tornare a Viterbo già a gennaio, ma non è stato possibile, quindi ho dovuto aspettare l’inizio del- la nuova stagione. Viterbo ormai è diventata la mia casa”. Giovane ma già con tante soddisfazioni alle spalle: “Ab- biamo vinto un campionato e uno scudetto, sono state emozioni fortissime e irripetibili. Per quanto riguarda il campionato di serie D, non è stato facile come mol- ti pensano. Avevamo molta pressione dalla piazza e non è stato facile vincere in quel campionato dove tutte le squadre che andavamo ad affrontare davano la vita contro di noi. È stata un’avventura stupenda, mi sono trovato benissimo con i miei compagni di squadra”. La storia gialloblu di Roberto Pini è legata alla fami- glia Camilli: “Alla famiglia Camilli sarò grato per tut- ta la vita. Loro mi hanno creato, hanno creduto in me e mi hanno sempre trattato come fossi un figlio” Pini è un ragazzo che da tutto sia in allenamento, sia in campo: “Mi dispiace di non rientrare più tra gli under, ma cercherò sempre di impegnarmi per mettermi in luce con il mister e cercare di trovare sempre più spazio”. Un esordio con i fiocchi a Piacenza in Coppa Italia Tim: “Dopo venti giorni di ritiro ho avuto l’occasione di gio- care a Piacenza. Credo che la mia sia stata una buona prestazione. E’ stata una partita nella quale mi sono im- pegnato molto e ho dimostrato il mio valore. Ci ho mes- so il cuore, come lo metto ogni volta che indosso questa maglia. Amo giocare per questi colori, amo questa città.” Un legame indissolubile con i tifosi giallob- lu: “Voglio fare un grosso ringraziamento a tut- ti i tifosi che mi sostengono e credono in me.” Cinque anni vissuti a Viterbo, la vita di Roberto or- mai è qui: “Ho tantissime amicizie, anche ragaz- zi che prima vivevano a Grosseto e che adesso si sono trasferiti a Viterbo per frequentare l’università. Ho conosciuto tantissima gente e dopo cinque anni è normale che stringi tante amicizie.”
Nell’immediato futuro una nuova vita a due con Nicoletta: “La mia ragazza è di Follonica, in provincia di Grosseto, si- curamente ci sposeremo tra poco, un amore immenso, lei è sempre presente allo stadio anche quando non gioco, è venuta tante volte ad Arzachena”. Una persona, però, è stata sempre accanto a Roberto, sua mamma “Ale”: “Mia mamma è una grande tifosa della Viterbese, mi ha sempre seguito ovunque. Lei vive allo stadio con me, mi ama tan- to, come ama la Viterbese”. L’avventura calcistica di Roberto inizia praticamente in fasce: “Ho iniziato quando avevo quattro anni al Sauro Rispescia a Grosseto, facevo l’attac- cante. Il mio allenatore, che si chiamava Sestilio, è venuto a mancare da poco, ha colto il mio potenziale da portiere.” Poi l’inizio della grande avventura: “Da lì sono passato al Grosseto e ho fatto gli anni delle giovanili. Sono andato in prima squadra in serie B, avevo quattordici anni. Prati- camente facevo il quarto in prima squadra a Grosseto e per me è stata una grande esperienza formativa”. Nella sua esperienza a Grosseto Pini ha avuto modo di appren- dere tanto: “A Grosseto ho giocato con Lanni che mi ha insegnato molte cose e ho avuto modo di lavorare con un preparatore dei portieri, Giordano Negretti, veramente competente. E’ lui che mi ha dato un’impostazione, poi sono venuto a Viterbo ed ho conosciuto Paolo Gobattoni, un altro bravissimo preparatore con il quale ho condiviso molti bei momenti. Poi devo dire che qua a Viterbo con Iannarilli ho appreso molto. Lui mi ha dato tanto a livello di carisma e professionalità, un ragazzo eccezionale. Era fissato con l’alimentazione, mi ricordo le sue mandorle e la bresaola. Ianna è veramente un grande professionista”. Roberto parla come un veterano, come i mitici Yashin e Buffon che sono arrivati a giocare oltre i quaranta anni: “Ho vissuto una vita sui campi di calcio di tutta Italia e ho avuto modo di conoscere moltissimi giocatori di livello, sia al Grosseto sia alla Viterbese. Anche quest’anno abbiamo un grande gruppo, fatto di giovani, ma anche di giocatori esperti. Spero di rimanere in gialloblù il più a lungo pos- sibile, adesso penso al campionato e a trovare un po’ di spazio per dare il mio contributo. Sempre forza Viterbese.”